domenica 21 settembre 2014

"Passività o Tolleranza?"


Molto spesso mi sento dire: "Le persone pensano che io sia una persona mite e tollerante, in realtà non riesco a dire veramente quello che penso... ho paura di scontentare le persone e quindi le assecondo. Questo mi fa sentire falsa/o e schiacciata/o dai miei sentimenti... arrabbiata/o con me stessa/o perché non riesco a dire davvero quello che penso". 

La persona che adotta questo atteggiamento ha purtroppo il vantaggio di vedersi considerata "buona" e "rispettosa dell'altro", al prezzo però di non poter dire davvero ciò che sente o che pensa...teme che se lo facesse perderebbe il consenso e quindi l'affetto dell'altro. Ciò la porta a restare sola con se stessa (nonostante l'apparente popolarità) e con la propria rabbia inespressa. Assecondando le aspettative degli altri, atrofizza progressivamente la propria personalità e alimenta in sé sofferenza e disagio, che vengono frequentemente espressi in forma di sintomi fisici attraverso attraverso il corpo.

Dopo aver fatto il primo faticoso passo del percorso terapeutico, "quello di scontentare l'altro" in modo da "accontentare se stessa", la persona inizia a sentirsi più libera e il sollievo e il benessere che sente la sostengono e facilitano nel percorso di cambiamento. Un sano equilibrio psicofisico prevede il poter dar voce a ciò che si sente davvero, tollerando che l'altro non sia d'accordo con me, potendo assumere quello spazio di solitudine in cui poter essere diversi piuttosto che subire la diversità, al fine di ascoltare e incontrare si l'altro, ma senza perdere sé stessi!


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